Punta Falcone

Piombino, Parco Naturale di Punta Falcone.
La mareggiata del 18 luglio 2009.
Da noi capita, di potersi godere il mare anche quando il maestrale picchia forte, le onde si fanno pericolose ma il sole splende.
Ecco cos’è che chiamo casa. Giusto per chi pensa che ci sia solo la fabbrica: qui, da casa, ci si va in dieci minuti a piedi.
Piombino, Punta Falcone Natural Park.
The July 18th 2009 sea storm.
It happens, here, to be able to enjoy the seaside, even if the northwest wind blows strong, the waves become dangerous but the sun shines.
Here’s what I call home. Just for those who think there’s only the steel plant here: I can reach this place from home with a ten minutes walk.
Shot in a sunny stormy day with my Canon G9 – RIP, good old tool.

Il Falconcino non esiste

O meglio, non e’ dove la stragrande maggioranza dei piombinesi lo collocano. Ci scommetterei una pizza: avreste risposto “e’ lo scoglio di fronte a punta Falcone”, vero? Purtroppo e nonostante il toponimo lo suggerisca con facilita’, il Falconcino non si trova affatto nei pressi del Falcone ma quasi a Fosso alle Canne.

Lo scoglio in questione, che come potete vedere dalle immagini porta anche l’allegra denominazione di Scoglio della Morte, ha una mole minore ed e’ cosi’ indicato nella cartografia tecnica regionale redatta dall’Istituto Geografico Militare. Lo scoglio che sta di fronte al Falcone, banalmente, si chiama Scoglio del Falcone.
Chiarita la toponomastica, la scusa e’ facile per invitarvi a fare una passeggiata fino al Falconcino, partendo da Calamoresca per arrivare a Fosso alle Canne lungo la via dei Cavalleggeri. E’ un tratto di costa bellissimo, con numerosi punti di particolare interesse; per esempio, proprio di fronte alla ripida salita che diverge verso il Campo dei Mariti c’e’ un piccolo spiazzo che ospita un capanno di caccia su cui si puo’ facilmente salire per vedere tutto il panorama della costa.

Fosso alle Canne e’ accogliente e divertente con le sculture di Robinson, la scacchiera e i tavoli. Insomma, vale la pena di farci un giro, se non altro per capire cosa si andrebbe a devastare se si continuasse ad ascoltare i vaneggiamenti sull’ipotetica strada costiera che periodicamente vengono ribaditi da qualche simpaticone.

Ghiaccioni non esiste

Ghiaccioni non esiste. Guardate bene.
Cioe’, non che non esista il posto, figuriamoci; nel corso di un acceso dibattito su un vecchio blog urbano gli abitanti del quartiere mi hanno dimostrato tutta la loro concretezza e la loro gretta aggressività. E’ soltanto che non si chiama Ghiaccioni bensi’ Diaccioni. Quando ero piccolo il dubbio faceva perno essenzialmente su un’analogia lessicale illecita ovvero quella con l’accoppiata ghiaccio-diaccio; in ambito toscano e marcatamente nella zona labronica e del pisano il fonema “gh” si trasforma spessissimo in “d” come appunto in “diaccio” ma anche in “cindiale”, ad esempio. Il passo e’ breve per creare l’analogia. Molti piombinesi suppongono infatti che “Diaccioni” sia una forma dialettale per “Ghiaccioni” mentre – sorpresa – il toponimo non ha nulla a che vedere con il ghiaccio.
Diciamocelo, quando ce l’avete visto tanto ghiaccio da farne derivare addirittura il nome della località? Impianti sciistici, per quanto ci siano delle discrete salite, non ne ho mai visti.


L’origine invece, comune a molti altri luoghi, e’ dal verbo latino iaceo, ovvero “giacere”, “distendersi”. I diacci o addiacci in tutta Italia sono quei recinti all’aperto in cui i pastori radunavano le bestie per far loro trascorrere la notte. E’ per questo che si dice “dormire all’addiaccio” (e non erroneamente “all’agghiaccio”) quando si trascorre la notte all’aperto, lontano da una casa o un riparo, anche quando fuori non fa affatto freddo. Per lo stesso motivo a Piombino esiste Diaccioni e non Ghiaccioni. Del resto sarebbe bastato consultare una CTR (la carta tecnica regionale) redatta dall’Istituto Geografico Militare, o anche una carta catastale recente o storica nelle quali il toponimo e’ sempre e inequivocabilmente indicato come Diaccioni.
Tutto nasce da quello che in linguistica viene definito ipercorrettismo, ovvero la convinzione di correggere cio’ che si suppone erroneamente sbagliato; molti fanno l’analogia illegittima et voila’, ecco che la confusione prende il sopravvento. Purtroppo mi e’stato recentemente riferito che pare esista una circolare dell’amministrazione comunale che invita le scuole, laddove utilizzassero la dizione Diaccioni, a sostituirla con Ghiaccioni; vi pregherei di contraddirmi dimostrandomi che tale circolare non esiste, ma temo purtroppo che la segnaletica stradale recente non faccia altro che testimoniare questa erronea convinzione del nostro palazzo comunale.
A questo punto vi chiederei gentilmente di diffondere questo post e permettere in tal modo che i piombinesi prendano coscienza del proprio territorio, della propria storia locale, della geografia urbana e tutelino il proprio bagaglio culturale da chi, con eleganza e perbenismo tenta – tra le altre cose – di far credere loro che non esista piu’ nemmeno lo Strunzo d’Orlando edulcorandolo in un più delicato e insipido “Scoglio d’Orlando“.

Up and alive

Detto fatto: il blog sul parkour a Piombino, dopo un piccolo periodo di controversie coi bot di Blogger che lo avevano erroneamente etichettato come spam, e’ stato ripristinato correttamente.

date un’occhiata a:

RonJe’s training blog
parkour in piombino

e fatemi sapere che ne pensate.
Se conoscete qualcuno a Piombino che si interessa o potrebbe interessarsi al Parkour, al Freerunning o a tutto quel che orbita intorno all’ambiente skater, passate il link.

Angelo

Angelo o Verdone? L’aperitivo trasforma le persone oppure e’ la pellicola che le trasfigura? Chi si preoccupa della “veridicita’” dell’elaborazione digitale dovrebbe soffermarsi un momento anche a pensare che la pellicola rappresenta solo una versione della realta’ che il fotografo ha in mente. Pensare che la pellicola sia “reale” ed il digitale sia “finzione” significa illudersi per il solo gusto – magari inconscio – di sentirsi custodi di una verita’, di una tradizione, del giusto.
Questa e’ pellicola, dannazione, se non e’ distorsione della realta’ ditemelo voi cos’e’…!

Angelo or Verdone? Is the aperitif which transforms people or just film to do that? Those who care about the “authenticity” of the digital workflow should instead take a moment to think that film renders just a scene in the mind of the photographer and not reality. Thinking that film is “truth” and digital is “fiction” means to be fooled into thinking to be – be it just incoscious – keepers of a truth, of a tradition, of good.
This is film, goddamnya, if it isn’t a distorction of reality please tell me what it is…!

To one of the funniest geeks I’ve ever known!

Happily shot with a 1959 Zorki 4 rangefinder on Ilford HP5 400 film.
Piombino – Zibibbo – a summer evening

via Carducci – Piombino

cosa fai stanotte? misuri la citta’ in una passeggiata, con una vecchia macchina fotografica tra le mani e una pellicola veloce; non e’ esattamente quella che un paio di amici definirebbero una pellicola veloce, solo un fedele rullino di Ilford HP5 400 e tutto quello di cui hai bisogno e’ una presa solida e qualche volta un muro o un palo su cui fare affidamento se la luce e’ *davvero* troppo poca. Piombino e’ una citta’ quasi deserta, e conti i passi per lasciar passare il tempo, pensando che non ci sia nulla da fotografare quando all’improvviso noti una macchina che si avvicina alla rotatoria; e’ questione di secondi, devi mettere a fuoco, esporre, inquadrare ed essere pronto a far fuoco nel momento esatto in cui la macchina entra nell’inquadratura. Puoi avere una pellicola veloce, ma non c’e’ pellicola che possa aiutare *te* ad essere piu’ rapido. E’ solo azione. Smetti di pensare che stai sprecando fotogrammi preziosi, spenderesti quello che risparmi per bere una birra in piu’. Scatta, maledizione! Ecco perche’ io ho la foto e forse qualcun’altro avrebbe avuto semplicemente una birra in piu’.

what d’ya do tonight? you just pace a nonsense stroll along the town, an old camera in your hands and some fast film; that’s not exactly what a couple of friends would call a fast film, just a faithful roll of HP5 400 Ilford film and everything you need is a firm grip and sometimes a wall or a signpost to rely if the light is *really* low. Piombino is quite a desert town, and you’re counting the steps to spend time, thinking there’s nothing to shoot while you suddenly see a car approaching the roundabout; it’s matter of seconds, you have to focus, expose, frame and get ready to fire in the exact moment the car enters the frame. You can have fast film, but there isn’t any film which can help *you* to be faster. It’s just action. Stop thinking you’re wasting precious frames, you’d be spending savings to drink one more beer. Fire, goddamnya! This is why I got the photograph and maybe another one would have just gotten one more beer.

Shot with a rat Yashica FX-3 on Ilford HP5 400 film