Sumbra

A metà agosto siamo saliti sul monte Sumbra, per dormire in vetta e goderci l’alba. Non ho portato con me macchine digitali, solo la medio formato e la MX col 50 mm e un rullo di Fujicolor C200. Non immaginavo che una pellicola consumer da neanche due euro potesse risultare così piacevole. Unica accortezza: non sovraesporre.
La salita al Sumbra si fa da Capanne di Careggine, poi per una strada sterrata in un bosco alto di faggi, infine la faggeta si apre improvvisa sulla parete verticale del Sumbra Ti immagini che la cima della parete sia la vetta ma questa invece è, insidiosa, solo oltre una seconda e ripida faggeta, un passaggio scoperto sulle rocce e una via di cresta che conduce alla croce.
1765 metri s.l.m., arriviamo a tramonto concluso, la luce è scarsa e non c’è anima viva. Se vai sulla Pania della Croce in questa stagione, come abbiamo già fatto, in vetta trovi più gente che al bar. Beh, non proprio, ma comunque di gente ce n’è. Sul Sumbra invece c’è solo un numeroso gregge di capre che dorme più in basso, a pochi metri. Poggiamo la roba a terra. Nella luce residua del giorno accendo il fornelletto ad alcool autocostruito, un gioiellino tecnologico nella sua semplicità, meno di dieci grammi di peso ma con un’efficienza tale da farci godere una ciotola di minestra bollente. Formaggio, pane, salumi, verdura, poi giusto il tempo di riporre tutto e infilarsi nei sacchi a pelo. Non fa così freddo, la tuta e il berretto di lana per me sono sufficienti. Il cielo è limpido, qualche stella cadente, qualche aereo a distanze non consuete.
La mattina seguente è il chiarore a svegliare gli altri, e loro svegliano me, che in tutta franchezza l’alba me la sarei persa se fossi stato solo! Però il sole è veloce a salire, torno al mio fornello e scaldiamo l’acqua per il caffè. Le bandiere da preghiera tibetane che qualcuno ha appeso alla croce sventolano nell’aria fresca del mattino. Poi, finita la colazione e finito di goderci il panorama che è davvero spettacolare, iniziano ad arrivare i primi folli che sono partiti prima dell’alba per salire e che scenderanno col sole a picco. Non li invidio mica per niente.
Dalla vetta del Sumbra il paesaggio è spettacolare: gli Appennini a est, il cerchio delle Apuane tutto intorno; oltre le alpi, il mare. Tutto. Da La Spezia a Livorno. Del resto anche di notte si intuiva, dalla striscia infinita di luci della costa alle chiazze luminose dei paesi in Garfagnana. Faccio uno schizzo veloce del bivacco, qualche foto, poi inizia la discesa. Le foto, eccole. Presto posterò anche gli scatti in medio formato.

Cava delle Tagliate

Posto meraviglioso. Sembra un set di prova per il bianco e nero e così è stato, infatti; ho testato la pellicola b/n che ora amo alla follia: la Fuji Neopan 1600. Grana finissima, dettaglio spaventoso ma con la sensibilità di una 1600. Wow!
A wonderful place. It seems a test set for black and white film and it actually was; I tested the b/w film I now love like mad: Fuji Neopan 1600. Extra fine grain, awesome detail but with the speed of a 1600. Wow!
Shot into the heart of Alpi Apuane, Cava delle Tagliate, ditta Henraux.
Pentax MX, Tokina 28mm f/2.8, Fuji Neopan 1600.

Cava delle Cervaiole

La Cava delle Cervaiole in una splendida giornata di Dicembre.
Scattate interamente su pellicola per dia Fuji Velvia 100 con la Pentax MX e obiettivo 50mm SMC f/1.7.
La Fuji Velvia surclassa qualsiasi altra cosa, eccetto il medio formato e superiori, ovviamente.
La risoluzione stimata, paragonandola al digitale, e’ quella di una 22 – 25 megapixel ma priva di qualsiasi grana.
Non c’e’ digitale che tenga, QUESTO e’ IL mezzo!
The Cervaiole quarry in a wonderful December day.
Entirely shot on Fuji Velvia 100 slide film with a Pentax MX and 50mm SMC f/1.7 lens.
Fuji Velvia simply outperforms everyting, apart medium format or bigger, obviously.
Estimate resolution, compared to digital, is between 22 and 25 megapixels but without any grain.
There’s no digital, THIS is THE medium!

Tagliate


Cava delle Tagliate, ditta Henraux, Alpi Apuane.
‘Twas a nice stop. We were heading towards a two days hike and camp in Puntato, above Alpi Apuane, where every year in September many people meet to spend a weekend camping happily between the mountains.
The Tagliate quarry is on the way and represents a highly scenic location where a huge white marble block is cut vertically making a twenty foot tall and very narrow portal. then, the quarry is filled with angled stones sunk in the water, the most still water ever seen.
Geometry rules here, light is very low but – you guessed it – enough to shoot nice pictures at least until the hour is too late. You have a difficult task in composing a frame, and that’s the hardest task among many: light, as said, stability, reaching a spot, focusing, catching reflections and transparency at the same time.
This shot seems, partly, the result of a double exposure though it isn’t. Single shot, single frame.
Gotta go back there, by Vespa, better (did you take a look at my Vespa weblog?), and bring my medium format camera and a tripod.


Copyright 2008 by Alessandro “RonJe” Melillo

Camera: Nikon 5700
Film: digital 100 ISO equiv
Focal Length: 35mm (in 35mm equiv)
Aperture: f/2.8
Exp. time: 1/250
Filter: CPL

Location: Alpi Apuane – Cava delle Tagliate
Soundtrack: silence. everything is still there. occasional bikes passing by.
Other: I had to be there to shoot, not shoot because I found myself there…