Centoquarantamila

Questa è la rotta di un C17 dell’US Air Force che è passato quasi su casa mia poco fa.
Il C17 Globemaster III è un bestione da quasi centonovanta tonnellate con quattro turboventola che per andare da Ramstein a Brescia ha circumnavigato la penisola iberica; un po’ come se io per andare a Pietrasanta passassi da Belgrado.
Il problema è che per fare questo furbissimo percorso vista mare ha bruciato circa centoquarantamila litri di JP8, ovvero kerosene avio.
Centoquarantamila.
Io non condivido l’aria di sufficienza di chi di fronte ai grandi consumi come questi se ne sbatte dell’ambiente e pensa che i piccoli gesti non servano a nulla; non credo che ci sia un complotto delle lobby dell’elettrico né che qualcuno si sia inventato un’emergenza ambientale per pilotare il mercato o l’opinione pubblica.
Chi lo pensa, probabilmente vede la scelta di prendere l’auto una volta in meno come una pisciatina nell’oceano e chi la mette in pratica come un fesso; ma non è la CO2 risparmiata a fare la differenza.
I milioni di piccoli gesti servono non tanto a salvare il pianeta come azione diretta, ma a formare le persone a una coscienza ambientale e sociale che ora non c’è. Perché nei miei sogni forse un giorno la società non permetterà nemmeno l’esistenza di questi inutili bidoni militari bruciakerosene del cazzo.
Ma è tutto vano se il bambino vede il padre sbattersene perché “tanto gli aerei inquinano mille volte di più”. E da grande voterà, e si farà governare da altrettanti imbecilli che continueranno a permettere tutto questo.
È il modo di fare del chi se ne frega, e a dirla tutta mi fa più paura del cambiamento climatico.

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