Ottobre e i fagioli

Seminerei i fagioli anche solo per vederli fiorire. Avevo questo sacchetto di strani fagioli giganti, neri, striati rosso fuoco, che mio cognato portò di ritorno da non ricordo neanche quale zona del centro Italia, e ne avevo tenuti un po’ per seminarli. I semi sono tesori. Propagare e mantenere la semenza è la mia forma di liturgia dell’unico culto che ritengo sensato, ovvero la devozione al pianeta.

Così scoprii a mie spese che non solo questa varietà pare alquanto restia alla germinazione, ma che l’estate del 2022 sarebbe stata troppo calda e secca perché una pianta di fagiolo – perché poi un solo fagiolo, alla fine, aveva germinato – diventasse produttiva.
Ma la pianta si è rivelata robusta, rustica, testarda; è cresciuta fino a sei metri d’altezza e ora che l’autunno è ormai iniziato non solo fiorisce ostinatamente e abbondantemente, ma così facendo attira e offre un’ancora di salvezza alle api che vengono a bottinare prima che il freddo decimi le loro speranze.
Così, se d’estate gli sparuti fiori non riuscivano neanche a salutarsi, ora le api fanno generosa opera di impollinazione e la pianta, in pieno ottobre, ha iniziato a maturare bacelli e a garantirsi la sopravvivenza.
A me, come dicevo, basterebbe anche soltanto vedere i fiori, dalla superba corallina geometria, quando al mattino mi affaccio sul terrazzo.

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