Ragazzine di tredici-quattordici anni che contrattano coi senegalesi per due borse Louis Vuitton, false ok, ma tanto anche Vuitton le farà fare in qualche paese del sud-est asiatico e allora tanto vale; mamme indaffaratissime a scattare pessime fotografie al figlio: lui appoggiato alla balaustra e loro accovacciate in mezzo al pontile come se stessero facendo l’uovo, sorrisone ebete, noncuranti del fatto che magari il resto del mondo potrebbe voler passare; bionde turiste ventenni che si leccano le labbra sotto al loro regolamentare capello di paglia a falde larghe quando ti incontrano ma sicuramente stanno guardando altrove e pensando a chissa cosa, solo che con gli occhiali da sole non puoi mai saperlo; cumènda milanesi che raccontano al nipote che sì, sono gli squali che emettono quelle misteriose bollicine che vedi risalire dalla testa del ponte e che gli stessi – come, non avete visto i video? – quando attaccano balzano metri e metri in perfetta traiettoria verticale manco fossero un vettore Ariane; bambine gelose della sorellina, che tartassano la mamma perché venga alla balaustra a guardare questa medusa grandissima, ma proprio grande, eh, e poi ce n’è una piccolissima, mamma, piccolina così che più piccola non ce n’è, e poi, mamma, vedessi che medusa media ma proprio nella norma, corri, vieni a vedere; ometti che staccano i muscoli dai piloni, sistematicamente, uno che fa il palo sopra e l’altro che sradica tutto quanto per fare prima e poi pulisce il grosso tirando in mare quello che avanza e si lamentano anche tra un moccolo e l’altro perché ogni tanto qualcuno chiama la capitaneria; quello che suona la chitarra e violenta un’armonica a bocca; i ragazzetti che fanno i tuffi a bomba, o a ciocchetto, o come viene tanto una buona metà sono panciate.
E poi c’è anche Fabio Genovesi, che pesca e chiacchiera in inglese, di pesca, con un omino spiegandogli che spesso gli chiedono a cosa pensa quando pesca e in genere pensa a pescare, che razza di domande.
Io disegnavo le barche ormeggiate che si vedono sempre guardando verso Spezia. Poi con la coda dell’occhio ho disegnato anche lui. Mica bene. Non sono bravo coi ritratti, mi perdonerà spero.
La descrizione delle attvità spiaggesche mi ha fatto tornare in mente questa copertina estiva della Nidasio di più di 50 anni fa http://corrierino-giornalino.blogspot.it/2013/06/copertina-estiva-di-grazia-nidasio.html
Bellissima. In effetti la fauna dei vacanzieri è rimasta immutata in cinquant’anni, pur aggiornandosi alla modernità ma con le stesse idiosincrasie, gli stessi rituali, le stesse convenzioni sociali e la stessa pazzia collettiva :-)