Ecco perché bisogna che scriva anche io: come forma di ringraziamento e come ulteriore aiuto a tutti quelli che dopo di noi vorranno andare a Creta. Magari in settembre, come abbiamo fatto noi, che è un mese fantastico e perfetto per esplorare una meta che in pieno agosto è letteralmente invasa dal turismo di massa, specialmente ora che RyanAir la raggiunge con due lire.
Il diario lo pubblicherò a puntate, per aver modo di intercalare il racconto con le foto.
Si parte.
00 – Arrivo
Il primo impatto è con Chania. L’arrivo all’aeroporto è dopo cena, la stanza prenotata – l’unica della vacanza – è un po’ fuori, verso Mournies. Quelli di Europeo Cars parlano a malapena l’inglese anche se mi par di capire che in testa loro pensino di parlarlo con chiarezza, e questa sarà più o meno una caratteristica costante di tutti i cretesi incontrati durante il viaggio ad eccezione forse di un ragazzino di dieci anni al banco di un distributore di benzina a Plakias. Comunque ritiriamo la Kia Picanto in condizioni estetiche pessime ma in buono stato per quel che riguarda il motore e ci avviamo, ormai a buio completo, verso l’Oasis. Dopo un po’ che vaghiamo fuori Chania, giunti in zona ospedale ci rendiamo conto che cercare di seguire le indicazioni stradali a Creta è impossibile, sia perché sono posizionate in punti assurdi (come ad esempio un metro dopo la svolta) sia perché la maggior parte dei cartelli è completamente ricoperta da scritte a vernice spray, adesivi e in molti casi dilaniata da fori di proiettile e ammaccature varie. Ci vorrà una telefonata in un delirante inglese al gestore dell’Oasis per farci trovare la via giusta e permetterci di dormire in pace. Sistemati i bagagli ormai è quasi mezzanotte e ci infiliamo nel primo posto aperto per mangiare qualcosa, temendo di trovare tutto chiuso. Scopriremo poi durante il viaggio che la maggior parte degli esercizi commerciali è aperta fino a tardi e che mangiare a mezzanotte non costituisce un problema. Il primo impatto con l’economia cretese è quindi dato da due gyros pita, enormi, una birra e una bottiglia d’acqua per cinque euro e trenta, perfino scontati dal gestore a cinque euro. Con scontrino, eh. Incredibile.
TIP – La traslitterazione dei nomi dal greco al nostro alfabeto è spesso piuttosto aleatoria perché la pronuncia dei nomi greci risulta in sé difficile da rendere con le nostre lettere; quindi sappiate che lo stesso luogo potrete trovarlo scritto anche in tre o quattro modi differenti. Per esempio, Kolymvari può essere anche Kolybari o Kolymbari perché la beta si legge v ma il gruppo mi-beta si legge mb o mv o b. Tranquilli: sbaglierete continuamente pronuncia. Io stesso la spiaggia di Preveli l’ho sentita chiamare (da cretesi) sia Prèveli che Prevèli. Gli accenti tonici pare che a Creta siano un vezzo e ognuno li mette un po’ dove gli pare. Siate creativi. Improvvisate. L’orecchio musicale aiuta.
01 – Falassarna
Ci svegliamo. Il tempo è bello, la colazione buona, servita in un ex frantoio.
Abbiamo deciso, per giusto mezzo tra economia di tempo e possibilità di godersi il viaggio, di girare l’ovest e il sud dell’isola in senso antiorario. Carichiamo i bagagli e partiamo: direzione Falassarna. L’idea è quella di starcene al mare per la giornata ma prima facciamo un giro per Chania per vedere il centro e il mercato, consapevoli del fatto che ci torneremo l’ultimo giorno e poi passare da Kissamos (chiamata anche Kastelli) per trovarci un posto per dormire e lasciare i bagagli. Consultiamo gli appunti presi prima di partire e decidiamo per l’Anavaloussa Apartments che si trova a Trachilos, poco fuori Kissamos, vicino a dove partono i battelli di disperati per Balos. Il posto è carino, con piscina e pergola, lasciamo i bagagli e ci dirigiamo a Falassarna. La spiaggia sarebbe vicina ma le strade cretesi, quelle interne dico, sono strette, piene di buche inaspettate e tortuose. Nulla che spaventi due come noi che si sono girati la Sardegna e la Corsica in Vespa anche su sterrati allucinanti ma il tempo che ci vuole per sopstarsi è dilatato nonostante le distanze brevi. Comunque arriviamo a Falassarna in tarda mattinata.
TIP – a Creta in moto vanno tutti senza casco. Anche in due, anche in superstrada. Ho visto uno con una granturismo che guidava, baffi al vento, sulla New Road, con un cane di media taglia seduto sul serbatoio. Tutti aspettano a entrare in strada finché non siete a due metri, poi si infilano all’improvviso. Le auto viaggiano in corsia d’emergenza perché bisogna dare modo agli altri di sorpassare. Adeguatevi.