Virginiana Miller – Premeditazione di una storia d’amore

Il testo che segue potrebbe sembrare fiction, o fanfiction.
In realtà l’ho sognato l’altra notte.
Un sogno vivido, partecipato, di quelli che quando ti svegli ti lasciano per qualche minuto col dubbio che quello che hai sognato fosse vero.
O forse era la polenta col coniglio in umido, non so.

“Allora, l’hai preso?”
“No.”
Il Tirreno pubblicizzava da un mese l’imminente uscita del nuovo album dei Virginiana Miller, “Premeditazione di una storia d’amore”, in allegato col giornale. Nei negozi di dischi, all’uscita, era stato impossibile trovarlo e questa che sembrava essere l’occasione buona era svanita inspiegabilmente come una bolla di sapone. Per qualche ragione a me ignota Marco, mio fratello, era uscito per comprarlo ed era tornato a mani vuote.
“Era già finito???”
“No, non è neanche uscito.”
“Come no?”
“C’era un paginone intero in cui il giornale si scusava coi lettori ma per ragioni non bene precisate, al momento di andare in stampa avevano deciso che non era il caso. Inquietante vero?”
“Abbastanza. Allora quelle voci sui forum…”
“Sì, a quanto pare erano fondate.”
 Nei giorni passati, sui forum si speculava abbondantemente su quest’album che a quanto pare, pur attesissimo, non aveva venduto quasi nessuna copia. Ora anche il Tirreno aveva ritirato la promessa all’ultimo minuto.
Nessuno in effetti sapeva bene cosa contenesse: nessun promo, nessun singolo, nessun leak. Su qualche forum c’era chi sosteneva che Lenzi avesse dichiarato che probabilmente la gente non era ancora pronta per un album così; qualcuno sosteneva che non avesse venduto quasi nessuna copia per il semplice motivo che i negozi non ce l’avevano affatto e a veder bene anche noi non l’avevamo trovato da nessuna parte; giravano voci che avessero utilizzato strumenti assurdi come le Onde Martenot e diversi modelli di Glockenspiel; c’è chi aveva messo in giro la voce che ci fossero addirittura campionamenti della misteriosa melodia futurista perduta, intitolata “Arie Sottili”, di cui Bardi aveva ritrovato un’incisione su cilindro fonografico.
Insomma, se tutto fosse stato vero avremmo potuto parlare di complotto senza alcun dubbio.
Ma perché? Che scompiglio avrebbe potuto mai creare un disco della band livornese? Neanche si parlasse di Abdul Alhazred.
Ma la sostanza era che questo disco non ce l’avevamo, e forse non l’avremmo mai ascoltato.
Merda.

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