REM/90: la foto di strada in ferrovia

Mi sono deciso a scrivere queste brevi note perché vedo di giorno in giorno che l’interesse per la foto di strada (o street photography, per dirla all’americana) aumenta, così come aumenta il numero dei fotografi amatori, professionisti o sedicenti tali e, di conseguenza, aumenta anche il numero di tutti quelli che come me amano scattare foto in ambito ferroviario.
In Italia, per decenni, scattare foto in ferrovia è stato proibito a causa del fatto che il Regio Decreto 1161/41, che tutela il segreto militare, individua le ferrovie come “materie […] di cui deve intendersi vieteta la divulgazione di notizie”.
Ancora oggi chi scatta foto in stazione, sui treni o lungo i binari (pur mantenendosi in fascia di rispetto) viene spesso ripreso, fermato o talvolta addirittura minacciato da ferrovieri zelanti che ancora ignorano la REM/90.
Cos’è la REM/90, direte voi?
Semplice: è il nostro lasciapassare per la felicità. La REM/90 è una circolare delle FS emanata dalla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato in data 15 giugno 1990 che disciplina il comportamento in ambito ferroviario per quel che riguarda le riprese fotografiche, televisive e cinematografiche nonché le registrazioni sonore e le semplici visite.
Di fatto, per quel che riguarda noi fotografi, le riprese sono sempre consentite a patto che si rispettino tre semplici regole:
  • che si scatti a mano libera: senza cavalletti o monopiede
  • che lo si faccia in zone normalmente accessibili al pubblico: salone passeggeri, banchine, sale d’aspetto, sottopassaggi, biglietteria etc. etc.
  • che per scattare le foto non si impegni personale delle ferrovie nè gli si impedisca di svolgere il proprio lavoro (e perché mai dovremmo farci aiutare dai ferrovieri?)
Detto questo è ovvio che in materia di privacy vige sempre la tutela garantita dal D.Lgs. 196/03 per cui se vogliamo pubblicare un primo piano della signora che acquista il biglietto, o del capotreno che fischia e agita la bandierina, occorre la liberatoria così come con qualsiasi altra foto scattata in pubblico. Ma solo per pubblicare, non per scattare.

Ma attenzione a non farsi calpestare da chi, con il piglio del padrone di casa, vuol farci credere chissà cosa. A me una volta hanno detto che mi serviva un’autorizzazione del Direttore Compartimentale… Per questo ora porto sempre con me una bellissima stampa fronte/retro della REM/90 che pubblico qua sotto a uso e consumo di tutti gli amici appassionati di foto di strada e ferrovie, perché nessuno ci possa più impedire di divertirsi.
Ah, dimenticavo: ovviamente i più smaliziati rompipalle di fronte alla REM/90 inizieranno a raccontarvi scuse di ogni genere; per esempio il fatto che una nuova circolare abbia abrogato questa. In realtà non c’è nessuna nuova circolare. Chiedete loro di farvela vedere, di dirvi il protocollo o di chiamare la Polfer mentre continuate a fotografare. Se ne andranno. Oppure qualcuno sosterrà che la circolare l’ha emanata FS mentre oggi c’è Trenitalia, o RFI, o chi altri gli viene in mente; in realtà questo poco importa perché non è un cambiamento di denominazione che invalida i regolamenti altrimenti, vista la tendenza odierna, ogni due mesi salterebbe tutto l’apparato burocratico.
Sono storie per bambini scemi, non date loro la soddisfazione di affibbiarvi questa etichetta.

E ora forza, sono impaziente di vedere le vostre foto in ferrovia!

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6 thoughts on “REM/90: la foto di strada in ferrovia

  1. Ciao, ti ringrazio per la dritta, sono stato fermato due volte in una giornata, mi pareva strano che nel 2011 ci siano ancora queste regole, ad ogni modo vi sono ancora molte voci e tutto è un opinione su questa faccenda… meglio portarsela dietro. Grazie ancora
    Fabio

  2. ma figurati 🙂
    lieto che possa servire.
    occhio che certi ferrovieri "ce provano" e dicono che è scaduta / è stata abrogata da un'altra circolare / non è di trenitalia ma delle FS e quindi non vale.
    Non farti fregare. Non c'è nessun'altra circolare, e le circolari di FS sono validissime anche ora che cambiano nome ogni settimana.
    E comunque il cosiddeto "pezzo de carta" psicologicamente aiuta più di quanto non possano fare le parole 🙂

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