Palmarola?

Questa è una foto della mappa in cemento pigmentato che qualche anno fa fecero incastonare nell’asfalto di Piazza Bovio, a qualche metro dal faro.
Ero a fare due passi, sabato, quando mi capita di sentire che la maggior parte delle persone che stavano passeggiando aveva un imprecisato accento del nord. Sul faro stesso ci sono scritte chiaramente eseguite da ignoti artisti di Varese e Bergamo, quindi di che stupirsi? E’ un dato di fatto: il turismo del nord è giunto a Piombino. Quello che mi ha incuriosito è che in un gruppo di ragazzi, mentre indicavano le varie isole dell’arcipelago, c’era uno che si ostinava a nominare Palmarola. Con la R. E’ immediato che uno si metta a sorridere, un po’ come quando li trovi sul treno che fanno la conta delle stazioni e li senti parlare di Cecìna, con l’accento sulla I. Peccato poi che l’occhio cada sulla mappa gentilmente messa a loro disposizione dall’Amministrazione, dove fa mostra di sé l’isola di PalmaRola, con la R, peraltro espiantata illecitamente quanto approssimativamente dal golfo di Gaeta dove, insieme a Ponza, Zannone e Gavi, costituisce da sempre il gruppo di nord-ovest delle isole Pontine.
E’ da tempo che si parla di ristrutturazione della piazza, con percorsi partecipati, proposte e annunci alla cittadinanza. A questo punto una cosa sola m’interessa: che rimuovano almeno quell’aggeggio. Se non altro per non far vedere a questi nordici visitatori che neanche noi sappiamo come si chiama casa nostra.

Duemmezzaccàla

Sarà, che il tempo bello stenta ad arrivare.
Sarà, che a Piombino il mare fa schifo, che ci sono le acciaierie.
Io, sabato, ero ar mare a Calamoresca, e dimorto. Due minuti da casa.
Fate pure, andate in riviera, cercate la rena, i servizi, le bandiere blu e restate convinti di quello che vi raccontano.
Io sto a casa mia.
Se vi va, siete i benvenuti.

Ma p’tite Marseille, encore

Ancora una volta.
Piombino come Marsiglia, l’ovvietà del vivere popolare, l’arrangiarsi.
Accontentarsi di una giornata di sole.
Quantomeno serve a far asciugare il bucato, sempre che non tiri lo scirocco e non faccia in modo che l’umido e il puzzo della fabbrica si attacchino alla biancheria e lo spolverino renda tutti i colori uniformemente grigiastri.
Che tanto, ormai, siamo noi a essere così: grigiastri, umidi e fumosi; altro che biancheria.
Ma c’è il sole, oggi.
E’ primavera.
Anche qui, nella mia piccola Marsiglia.
p.s.: dopo questo scatto la YasicaMat m’è caduta sull’asfalto da un metro e mezzo d’altezza; si è piegata la placchetta frontale, si è aperto a libro il pozzetto, ma tutto continua a funzionare perfettamente, nonostante la rottura di un piccolo perno che riparerò presto.
Mi domando che sarebbe successo a una moderna performantissima reflex digitale.
Tzé.
Shot on FujiFilm Provia 400X, YashicaMat

JCS & MM

I processed a roll from last summer, it stayed into my very first camera for months; it’s a cheap plastic Yashica camera and it’s capable of stunning you. This is a photograph taken during Joanna Chapman-Smith and Mat Martin’s show in early summer. Lovely music, that perfectly matches this lovely light.
Never distrust an old cheap camera, it’s actually all about the subject and the photographer. All about the eye.
Oh, and the music too 🙂

Shot on expired (2006) Kodak 200 film, Yashica Partner

Ma p’tite Marseille

Certi giorni Piombino mi ricorda Marsiglia.
Quell’aria incerta di confine tra vivere e sopravvivere,
il senso di appartenenza e i muri di sbarramento,
la voglia di un futuro e la rassegnazione del presente;
tutti qui, chi da generazioni e chi appena da ieri
ognuno che parla la sua lingua, ognuno che usa le parole che ha imparato
come fossero sue da sempre.
E’ autunno per tutti,
che tu parli piombinese, francese, tunisino, napoletano o romeno.
L’autunno di questa piccola Marsiglia, sperando che l’inverno non bruci,
che si riesca anche stavolta
a vedere la falesia fiorita.