Laugenbrot

Tutto è nato quando c’è venuta l’idea di fare una cena bavarese per inaugurare il tavolo nuovo. Volevamo fare dei bretzel ma le ricerche ci hanno casualmente portati a questo post di Anice e Cannella sui Laugenbrot e ci sono subito piaciuti.

Evito di replicarvi la ricetta che troverete comunque seguendo il link e piuttosto vi delizio con qualche foto.

Abbiamo scelto di farne due versioni: con sale grosso e con il cumino, entrambe ottime persino col burro e la marmellata (sì, anche quello col sale grosso). A colazione sono una squisitezza, specialmente se ripassati in forno per qualche minuto. Tutto sommato farli non è troppo laborioso. Il problema semmai è che questi panini mi hanno reinnescato irrimediabilmente la voglia di panificare, in tutte le forme. Quale sarà la prossima ricetta?

Peperoncini 2012

Quest’anno la coltivazione è stata ridotta in varietà ma è bella rigogliosa. Dai semi degli annuum violetti che avevo l’anno scorso sono nati – ovviamente – altri annuum, ma di due distinte varietà: una identica alla pianta madre, a corolla violetta, foglie chiazzate di nero/viola e frutti che diventano viola, l’altra a foglie marcatamente verdi e più chiare, fiori bianchi e frutti che da gialli restano tali senza passare per la fase viola intermedia.
Invece, dai semi di capezzolo di scimmia seminati sono nate delle piante che, come struttura e foglie, ricordano più un fatali. Stanno iniziando a spuntare i primi boccioli, e i frutti toglieranno ogni dubbio.

Moules marinières

Sabato ho cucinato i muscoli. Moules marinières, alla francese, nei quali mi guardo bene dal raccontarvi cosa metto. Così, giusto per soddisfazione personale, posso dirvi che l’esperimento di stavolta è stato quello di aggiungere i limoni in salamoia che abbiamo preparato un paio di mesi fa e il risultato non è stato niente male. E poi la foto non mente, credo.
Quando mangio le cozze ripeto tra me e me come un mantra “Non potrò mai essere vegetariano”. Non posso. E’ uno di quegli alimenti che si fa strada forzatamente attraverso la psicologia delle mie fauci le quali, per quanto potessero un giorno essere scosse e traviate da insulsi moti etici o tentativi di voler bene alle piccole e indifese bestiole, non riuscirebbero se non per una frazione di secondo a resistere all’inesorabile, implacabile, inarrestabile e succulenta avanzata del simpatico mollusco bivalve che, procedendo in formazione compatta e profumata, punterebbe alla mia bocca dritto dalla pentola come un piccolo esercito armato – come tradizione vuole – di un cospicuo quantitativo di appuntite e croccanti frites, ovvero patate fritte.
Ma quello che ha inaspettatamente portato un barlume di luce gioiosa nell’untuoso tegame della mia egoistica passione culinaria è stato scoprire che il Mytilus galloprovincialis, delizioso abitante delle tavole e delle pentole di tutto il Mediterraneo, è annoverato dall’autorevolissima UICN tra le cento specie aliene più dannose del pianeta.
No, fermi lì, non alieno nel senso del Mostro di Vega. Quelli semmai sono i Vegani.
Alieno nel senso che è stato introdotto artificialmente in habitat non suoi, e dannoso nel senso che in tali habitat tende a prendere il sopravvento sulle altre specie, devastandoli.
Bene, prendete le vostre coscienze e mettetele sul tavolo: vogliamo fare qualcosa di concreto per questo benedetto pianeta o no?
Voi, dico voi con la vostra etica perversa, continuate pure a decimare gli organismi che producono l’ossigeno che respiro. Per quel che mi riguarda, c’è una missione da compiere.
A me la pentola!

Zenzero

Me lo chiedevo da tempo: ma piantando lo zenzero, nascerà la pianta oppure nei nostri climi non se ne parla? Così, quando Francesca di ritorno dal Kenya m’ha portato un pezzetto di rizoma, piuttosto che mangiarlo l’ho messo in un vaso e ho aspettato.
Tanto.
Poi, un giorno, dal terreno spuntava un germoglio simile a quello del bambù, alto un paio di centimetri.
Ecco com’è diventato dopo un mese!
Leggo che l’amico fritz aspettava che ci fossero circa venticinque gradi, ed è stato di parola. Ora crescerà, fiorirà, e prima o poi lo dovrò sterrare recuperando il rizoma che nel frattempo si sarà moltiplicato come un pazzo.
La risposta, quindi, è: sì; nasce, cresce e probabilmente una di queste notti mi sorprenderà nel sonno divorandomi.
Ora attendo la fioritura 🙂