Zombie Pizza


Capita, che il lievito scada. Quello usato per questa pizza era scaduto da trentatré giorni. Eppure il trattamento di resurrezione pare sempre efficace. Quanto lievito? Per quanta farina? A quale idratazione? E che forza ha la farina? E mille milioni di seghe mentale che i fissati della lievitazione si fanno ogni volta che c’è da fare una pizza.
Io faccio a occhio, come tutto in cucina.
La pizza, credetemi, era eccellente. Il giusto spessore, ben lievitata, croccante fuori, col bordo marcato e ben alveolato, il fondo ruvido e stuzzicante per il palato.
Ma per i maniaci ricostruiamo (sì, a occhio anche qui) le proporzioni: mezzo chilo circa di farina pessima, la doppio zero della Coop – manco quella biologica – e un po’ di semola di grano duro; circa cinque grammi di lievito.
Sì, cinque. Scaduto. Da trentatre giorni. E’ così, fidatevi.
Trattamento di resurrezione in acqua calda e zucchero; in mezz’ora o poco più fermenta tanto che l’acqua viene frizzante e si sente puzzo di BRIÀO.
Acqua quanta ne piglia, cosa volete che ne sappia, saranno un paio di tazze scarse. Un pizzico di sale.
Piglio le fruste elettriche e impasto a mano finché non ha una faccia che mi convince.
Fine.
Lievita per quanto tempo ho a disposizione (va bene, almeno due o tre ore, cristosànto, non siamo mica bestie) e alla fine impasto veloce sulla spianatoia, divido in due e stendo subito una delle due metà sulla teglia cosparsa di semola. Perché c’ho da mangiarla, la pizza, mica da costruirci un culto primitivo. Mentre la stendo scaldo il forno, al massimo, con un pentolino d’acqua che me lo mantiene sufficientemente umido.

Il resto giù, lo sapete fare. Condite, infornate, sfornate, mozzarella, infornate, ventilato, fuori e GNAM.
Ne vengono due teglie. La seconda la cuocio solo col pomodoro condito e quando è fredda la congelo, così basta tirarla fuori, metterci la mozzarella e cuocerla nel forno bollente, e in sette-otto minuti ecco una cena di ripiego niente male.

E basta farvi due palle così con la scienza della panificazione.
Fate la pizza, mica il Progetto Manhattan.
Ah, sappiatelo: la polpa Mutti fa il culo a tutti.
(e fa anche rima, ma è un caso)

Una pizza per Capa

Pizza, birra, caffè: 16 euro, anche senza Mastercard.
Prenotare il tavolo per la pizzata del gruppo flickr a nome “Robert Capa”: non ha prezzo.

Ci sono cose che non si possono comprare, e datemi retta, alle bischerate non c’è mai fine 😉

la telefonata:

“Buongiorno, vorrei prenotare per stasera, per cinque persone, alle 21.15”
“Va bene, stasera, cinque persone, 21.15. a che nome?”
“Robert Capa”
“Come scusi?”
“Capa”
“Capa?”
“Sì, Capa… Capa, come… come la testa!”
“Ah, Capa. D’accordo, a stasera”

La prossima volta provo con Henri Cartier-Bresson o dite che è troppo difficile?