Una tranquilla notte di tempesta

È cominciato col grecale. Le previsioni lo dicevano, eppure nessuno si aspettava un evento del genere. Tutta la notte nel dormiveglia a sentire le raffiche e i tonfi, i rumori della lamiera e lo sbattere furioso delle imposte. Al mattino la Versilia si è svegliata, ma per metà è rimasta coricata. Sono rimasti a dormire gli alberi, i pali della luce, la segnaletica. Appisolati sui tetti delle case, lungo le strade, sopra le auto parcheggiate. Un dormiveglia sonnacchioso di tonnellate di legno resinoso e profumato, acciaio e lamiera, rimasti a dormire come narcotizzati, inebetiti dal vento che ha continuato a soffiare in folate inaspettate per tutta la giornata. Il bollettino è deprimente. Dalla finestra si vedeva uno sfacelo. A girare per strada in auto, a un giorno di distanza, sembrava d’essere a Sarajevo ai tempi della guerra nei Balcani. Le foto parlano da sole.